L'evoluzione della bicicletta

L'evoluzione della bicicletta

La storia della bicicletta

Le prime biciclette, o "velocipedi", furono inventate all'inizio del XX secolo e avevano un aspetto completamente diverso da quello che conosciamo oggi. La prima testimonianza di un veicolo a due ruote senza motore - e probabilmente la cosa più simile alla bicicletta di oggi - è la Draisienne. Fu quindi il Barone von Drais a costruirla per spostarsi e ammirare la bellezza dei suoi giardini. Si trattava di una struttura composta da un telaio, 2 ruote e un manubrio, ma non aveva pedali e per usarle bisognava correre. Il materiale di costruzione era principalmente il legno e la sua struttura non ne consentiva l'utilizzo se non su strade asfaltate, piazze e parchi.

I Vittoriani in bicicletta possono essere considerati come i primi hipster della storia? Oggigiorno siamo abituati a vedere uomini con barbe lunghe e abiti vintage su biciclette a scatto fisso, ma, molto prima di loro, ci sono stati uomini con baffi scolpiti e vestiti alla moda a cavallo di velocipedi e bicicli. Così come le varie mode, anche la bicicletta si è evoluta nel corso degli anni. Mentre una volta era la macchina ad essere vista come il mezzo di trasporto del futuro, oggi come oggi i ciclisti e le reti di piste ciclabili stanno aumentando, ed assumono un’importanza sempre maggiore in gran parte delle città del mondo.

Non si può quindi sottovalutare il significato intrinseco della bicicletta: la sua evoluzione ha fornito all’uomo il primo mezzo di trasporto umano a due ruote e ha emancipato le donne, diventando simbolo di progresso, piacere, svago, libertà e divertimento. Inoltre, incarna una speranza legata a un futuro migliore che segni un cambiamento di rotta rispetto alla situazione attuale: grandi cambiamenti climatici, obesità crescente e aumento della popolazione, soprattutto nelle città. A partire dalle sue umili origini, quando la bici era costruita totalmente in legno e non aveva pedali o freni, di sicuro ne ha fatta di strada fino ad arrivare alle più moderne versioni disponibili oggi.


1800 - 1830 :


Anche se esiste qualche discutibile prova dell’esistenza delle biciclette prima del 1800, è un fatto largamente accettato che la prima bicicletta sia stata inventata nel 1817 [...] Leggi Tutto.

1840 - 1870 :


Durante gli anni ‘60 del 1800 Pierre Michaux, fondatore della ditta Michaux, sviluppò la prima bicicletta a due ruote veramente popolare e dal grande successo commerciale [...] Leggi Tutto.

1880 - 1910 :


Tra il 1869 e il 1880 le richieste di biciclette che potessero essere usate per distanze più lunghe e a velocità più elevate avevano acquistato un nuovo slancio [...] Leggi Tutto.

1920 - 1950 :


Durante questo periodo, nel mondo occidentale l’attenzione della gente verso la bici calò drasticamente e la follia ciclistica si smorzò, cedendo il passo alle automobili [...] Leggi Tutto.

1960 - 1990 :


Dopo le Guerre e la Grande Depressione, il 1960 aprì la strada ai favolosi anni Sessanta e agli psichedelici anni Settanta E’ stato uno dei momenti cruciali della nostra storia [...] Leggi Tutto.

2000 - OGGI:


Al giorno d’oggi molte città del mondo supportano in modo attivo il ciclismo e hanno creato infrastrutture per i ciclisti ben delineate [...] Leggi Tutto.


1800-1830


LA PRIMA BICICLETTA

Anche se esiste qualche discutibile prova dell’esistenza delle biciclette prima del 1800, è un fatto largamente accettato che la prima bicicletta sia stata inventata nel 1817 in Germania da un certo barone Karl von Drais. Chiamata la Laufmaschine, che in tedesco vuol dire “macchina da corsa”, è stata brevettata nel 1818 come il primo mezzo di trasporto a due ruote commercialmente di successo, a propulsione umana e manovrabile. Altri inventori presto si appropriarono della sua idea, tra cui il più famoso fu il londinese Denis Johnson, il quale creò una versione più moderna e migliorata della macchina da corsa originale di Drais. Quasi interamente intagliata in legno e con la ruota anteriore manovrabile, fu progettata per dimezzare i tempi di spostamento. Questa invenzione a due ruote non aveva pedali e i guidatori dovevano spostarla in avanti in modo piuttosto precario con i propri piedi, e volteggiare giù per le colline cercando allo stesso tempo di rimanere in qualche modo in equilibrio. Soprannominata “hobby horse” o “il cavallo dei dandy”, e conosciuta ufficialmente come draisina (e successivamente come velocipede), aveva grossomodo l’aspetto delle biciclette a due ruote che conosciamo oggi.

LE NUOVE DRAISINE

Tra il 1818 e il 1820 possedere una draisina diventò la moda del momento che dilagò dall’Europa occidentale al Nord America: la draisina era considerata un oggetto alla moda da avere assolutamente, soprattutto nella Londra bene. Tuttavia, nel giro di pochi anni la sua popolarità tramontò e alcune città arrivarono addirittura a bandirne l’uso per via dell’elevato numero di incidenti che sfortunatamente ebbero luogo. I decenni fra il 1820 e il 1850 hanno visto la draisina trasformarsi in varie diverse forme: i nuovi modelli disponevano di tre o quattro ruote (conosciuti come triciclo o quadriciclo) e furono anche introdotti accessori e caratteristiche extra tipo le pedivelle, i pedali e le leve manuali. Le pedivelle venivano usate prima che le catene da bicicletta venissero sviluppate, per posizionare i pedali lontani dal perno che manovra la ruota e prima che i pedali venissero usati per far muovere la bicicletta.


1840-1870


LE BICICLETTE BONESHAKER

Durante gli anni ‘60 del 1800 Pierre Michaux, fondatore della ditta Michaux, sviluppò la prima bicicletta a due ruote veramente popolare e dal grande successo commerciale, che si caratterizzava per l’aggiunta di pedali e manovelle rotanti sulla ruota anteriore che consentivano al guidatore di muovere in avanti la bicicletta pedalando. Ottenne un successo improvviso e per un breve momento divenne incredibilmente di moda, ma i lati negativi non tardarono a manifestarsi: l’uso di strutture in metallo rigido e le ruote di ferro rendevano le bici ingombranti e pesanti, arrivando fino ai 45 kg circa. Tali biciclette erano conosciute come “boneshaker” (spaccaossa) e, come dice il nome stesso, erano estremamente scomode e difficili da manovrare, malgrado l’aggiunta dei sedili con molle, ed anche montare in sella non era molto pratico, dato che il guidatore doveva correre al fianco di esse e saltare al volo sul sellino, il tutto a una certa velocità. Diversi cambiamenti vennero in seguito effettuati, compresa l’aggiunta di ruote di gomma per sostituire quelle di metallo e di cuscinetti a sfera per migliorare il movimento dei pedali. Nello stesso periodo divennero popolari anche i velocipedi a tre e quattro ruote, innescando un processo che avrebbe sfidato gli inventori a tentare di sviluppare un vasto assortimento di mezzi di trasporto incredibilmente efficienti.

LE PRIME BICI IN CINA

Sebbene al giorno d’oggi la Cina sia famosa per essere la capitale mondiale della bicicletta, in realtà questa vi è stata introdotta nel 1860 dall’ufficiale cinese Bin Chun, il quale aveva visto con i suoi occhi, durante una visita a Parigi, un velocipede sfrecciare lungo le strade. Essendo stata poco prima soggetta alle leggi occidentali, la Cina non era poi così ricettiva davanti all’ennesima invenzione straniera e complessivamente rifiutò l’idea. Verso la fine del XIX secolo erano per lo più gli stranieri ad usare la bicicletta a Shanghai mentre i locali di qualsiasi ceto sociale continuavano a preferire le portantine o l’ultima invenzione, il risciò (inventato nel 1870). Era semplicemente inaccettabile per qualsiasi cinese rispettabile il fatto di spostarsi in giro in modo indipendente o, peggio ancora, essere visto sudare in pubblico. Tuttavia, nonostante l’iniziale lenta adozione di questa invenzione a due ruote è chiaro che Bin Chun abbia aperto gli occhi a quello che sarebbe diventato uno dei più vasti mercati di bici al mondo.

il cavallo dei dandy
    la prima bicicletta definita il cavallo dei dandy

“Boneshaker”


1880-1910


LE BICICLETTE VITTORIANE

Tra il 1869 e il 1880 le richieste di biciclette che potessero essere usate per distanze più lunghe e a velocità più elevate avevano acquistato un nuovo slancio. Nel 1880 i produttori avevano aumentato la misura della ruota anteriore della bicicletta fino a proporzioni da rizzare i capelli. Questa nuova bicicletta con la ruota anteriore sovradimensionata, fu conosciuta come “penny-farthing” (biciclo) a causa del suo aspetto: vista di lato sembrava infatti un enorme penny britannico con al suo interno una più piccola moneta da un centesimo. Le vennero attribuiti anche altri nomi quali “ruota alta” o “bicicletta ordinaria” e acquisì popolarità molto velocemente, specialmente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Diverse invenzioni chiave di quel periodo ridussero il peso della struttura e aumentarono il comfort del guidatore. Il design delle ruote venne ulteriormente migliorato dall’introduzione dei cuscinetti a sfera e dei raggi. Sebbene il biciclo fu popolare solo per un breve periodo, questo divenne però simbolo di svago nel periodo tardo Vittoriano. La ruota alta e il design caratteristico del biciclo, sebbene sembrassero all’epoca un grande passo avanti nel mondo della bici, risultarono in realtà essere poco pratici: era estremamente difficile e pericoloso sterzare e superare gli ostacoli, infatti erano molto frequenti le cadute di testa direttamente sulla strada, tanto che per poter portare queste bici era necessario imparare a saper “prendere una testata”.

Ruota alta o Penny-farthing

LA PRIMA BICICLETTA PER LE DONNE

Nonostante le migliorie quali quella dei freni e degli pneumatici di gomma riempiti di aria, il biciclo venne accantonato in poco tempo. Alla fine degli anni ‘90 del 1800 la “bicicletta di sicurezza” con entrambe le ruote della stessa misura fu una delle fasi di sviluppo più importanti nell’evoluzione della bicicletta. Questa divenne il punto di riferimento per la bicicletta dei tempi moderni, accanto ad altre caratteristiche importanti, quali i pedali attaccati che spingevano la ruota posteriore attraverso la catena e gli ingranaggi, il manubrio e le forcelle che supportano la ruota anteriore e che sono tuttora presenti nelle versioni attuali. Questa epoca del ciclismo fu battezzata “età dell’oro” o “follia ciclistica”. Ebbe anche effetti piuttosto importanti sul ruolo delle donne nella società assegnando così alla bicicletta il nuovo soprannome di “macchina della libertà”. Una donna che sapeva come andare in bicicletta poteva godere di un miglioramento dal punto di vista della mobilità fisica pari a quello degli uomini. Le donne che sapevano andare in bicicletta avevano inoltre bisogno di abiti molto più pratici e comodi, dal momento che quelli previsti dalla moda vittoriana, ovvero i corsetti, le gonne lunghe e pesanti, le sottovesti o i cerchi limitavano di molto il movimento. Questo nuovo mezzo di trasporto aiutò a dare una spinta verso indumenti più pratici e neutrali per le donne, quali ad esempio i pantaloni rigonfi o le gonne pantalone.


1920-1950


LA GRANDE DEPRESSIONE DELLE BICICLETTE

Durante questo periodo, nel mondo occidentale l’attenzione della gente verso la bici calò drasticamente e la follia ciclistica si smorzò, cedendo il passo alle automobili, percepite da tutti in quel momento come il mezzo di trasporto del futuro. Dopo i “ruggenti anni ‘20” arrivò la Grande Depressione. L’umore generale del mondo cambiò soprattutto con la guerra mondiale degli anni ‘30 e ‘40 e poi con la guerra fredda degli anni ‘50. Durante gli anni ‘50 e ‘60 l’automobile la faceva da regina e la percentuale maggiore di biciclette vendute era per i bambini, non per gli adulti. Nelle città i ciclisti erano spesso presi in giro dagli autisti, dal momento che la macchina divenne il mezzo di trasporto preferito dalla maggior parte della gente. In Cina tuttavia negli anni ‘20 del 1900 l’entusiasmo per le biciclette aumentò e negli anni ‘30 venne fondato il primo stabilimento per l’assemblaggio di biciclette di fabbricazione estera. Quando nel 1949 la Cina divenne la Repubblica Popolare Cinese, il Partito decise che la bicicletta sarebbe diventata il principale tra i mezzi di trasporto urbani per la popolazione. La maggior parte della gente si spostava tra bicicletta tra casa e lavoro, e nel 1958 la Cina produceva più di un milione di biciclette l’anno. Fino ad oggi infatti la Cina è la principale produttrice mondiale di biciclette con circa il 60% delle vendite mondiali.

Bicicletta di sicurezza


1960-1990


BMX

LA RIPRESA DELLA BICICLETTA E LE PRIME BMX

Dopo le Guerre e la Grande Depressione, il 1960 aprì la strada ai favolosi anni Sessanta e agli psichedelici anni Settanta. E’ stato uno dei momenti cruciali della nostra storia contemporanea, un periodo di speranza e promesse di libertà di espressione nella moda, nell’arte e nella musica, portate avanti da una generazione priva della paura di spingersi oltre i confini. La liberazione delle donne aveva percorso una lunga strada dal periodo Vittoriano alle minigonne di Mary Quant, che definivano una nuova generazione di donne emancipate. Questo decennio di cambiamenti ebbe un certo effetto sull’evoluzione della bicicletta e il periodo tra la metà degli anni ‘60 e il 1975 divenne negli Stati Uniti l’epoca del “boom delle biciclette”, conoscendo uno dei più grandi picchi di popolarità della bicicletta da quando questa fu inventata. Con un’accresciuta consapevolezza del mantenersi in forma, le vendite delle biciclette raddoppiarono tra il 1960 e il 1970 e raddoppiarono ancora una volta tra il 1971 e il 1975. Questo era il tempo che vide la creazione della BMX, il cui design si ispirò ai campioni di motocross e la cui popolarità si diffuse subito nella cultura popolare. La sua apparizione in film classici quali E.T, Karate Kid e La banda della BMX, accrebbero ancora di più la sua popolarità tra i giovani accanto a quella del freestyle.

LE MTB “SPACCAOSSA”

Alcuni sostengono che la mountain bike sia esistita sin dal momento dell’invenzione della bicicletta, dato che solo pochissime strade erano pavimentate nel XIX secolo. Ma fu all’inizio degli anni ’80 che nacque la prima produzione di massa ufficiale di mountain bike. Basate su un design realizzato durante gli anni ‘70 da un gruppo di hippy della California, queste biciclette furono progettate per percorrere qualsiasi tipo di terreno ed utilizzate principalmente per percorrere velocemente i sentieri di montagna, i fuori pista, il cross country, i terreni accidentati e per effettuare escursioni. Quando vennero fabbricate per la prima volta, queste biciclette erano in realtà scomodissime, proprio come le originali “spaccaossa”, a causa della loro mancanza di sospensioni e dell’uso di materiali pesanti. Negli anni ‘80 tuttavia i fabbricanti di biciclette mountain bike iniziarono a integrare materiali leggeri high tech quali l’alluminio, gli ammortizzatori e le forcelle ammortizzate. Le gomme tipiche della mountain bike sono larghe e dentellate per favorire l’equilibrio e fornire al guidatore una buone “presa” di strada.

MTB


2000 – oggi


Bici elettriche

RISPETTO DELL’AMBIENTE E BIKE-SHARING

Al giorno d’oggi molte città del mondo supportano in modo attivo il ciclismo e hanno creato infrastrutture per ciclisti ben delineate, specie con l'avvento delle bici elettriche. Sempre più persone scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto economico e rispettoso dell’ambiente per spostarsi in città, oltre ad essere un modo divertente di mantenersi in forma. I primi anni 2000 hanno segnato l’inizio del movimento hipster che è nato negli Stati Uniti in luoghi come Brooklyn, New York e Portland, Oregon, diffondendosi poi a macchia d’olio in tutto l’emisfero occidentale. Le principali marche di vestiti hanno abbracciato questo movimento, portando finalmente alla scomparsa di quegli indumenti che costringevano i ciclisti ad avvilupparsi in tute di lycra molto aderenti o indossare clip di plastica sugli orli dei pantaloni. Al loro posto i brand di abbigliamento hanno progettato dei capi stilosi e pratici, dando finalmente la possibilità anche ai ciclisti di vestirsi alla moda. Nelle principali città dell’Europa e degli Stati Uniti, come Amsterdam, New York e Londra, sono nati i programmi di bike sharing. Questi danno la possibilità a chiunque di prendere una bicicletta e restituirla nei vari punti designati in città, offrendo un modo semplice ed economico per evitare la congestione del traffico e spostarsi facilmente e comodamente.

GLI HIPSTER E LE BICI A SCATTO FISSO

Con la crescita della popolarità del ciclismo urbano, è cresciuta anche la tendenza a commercializzare le biciclette, portando alla creazione della bicicletta a scatto fisso dei “nuovi hipster”, anche chiamata “fixie”. È una bicicletta nella sua forma base, con un solo cambio e senza il freewheel (ruota libera). Questa sua caratteristica distintiva è anche però il suo maggior difetto: costringe infatti a dover pedalare continuamente. In un certo senso è come se l’evoluzione della bicicletta avesse chiuso il cerchio. Le biciclette fixie sono l’ideale per muoversi in città e poiché costringono a pedalare sempre, non importa quanto si vada lontano o che direzione si stia prendendo (salita o discesa), perciò sono molto indicate per mantenersi in forma. La fixie media è anche molto più leggera delle altre biciclette, ed è una bicicletta per pendolari ideale, un po’ come una macchina smart per ciclisti. Perché sono così popolari? Forse in un mondo di consumismo di massa sono l’ultima frontiera della semplicità, che si spoglia di tutto per diventare la bicicletta classica definitiva. Ma hipster o non hipster, la bicicletta a cambio fisso è divenuta popolare tra tutti coloro che desiderano riconnettersi con ciò che li circonda e con l’ambiente. Su Bikester puoi trovare moltissime proposte adatte alle tue esigenze: dalle biciclette gravel alle mountain bike elettriche, passando per le biciclette da donna. Troverai senz'altro di tuo interesse le MTB 29 pollici, le biciclette elettriche gravel o da corsa, per non parlare delle city bike uomo.

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FAQ : domande frequenti sulle prime biciclette

Come erano le prime biciclette?

Il conducente sedeva su di una trave di legno imbottita, un abbozzo di telaio a cui erano fissate le due ruote. La ruota anteriore era stata progettata in modo che fosse sterzante ed era dotata di un semplice freno. Pare che con la sua invenzione il Barone von Drais abbia percorso 50 chilometri da Karlsruhe a Kehl in quattro ore.

In che anno è nata la prima bici?

La prima bici è nata nel 1817 in Germania. Ci fu una carestia e morirono la maggior parte dei cavalli che, all'epoca, erano il mezzo di trasporto più importante. Il Barone Karl von Drais volle inventare un veicolo che permettesse alla persone di spostarsi velocemente senza utilizzare i cavalli.

Chi ha inventato la bicicletta per primo?

Nonostante nel Codice Atlantico di Leonardo da Vinci si trovi il disegno di un mezzo di trasporto molto simile alle biciclette di oggi, resta il Barone Karl von Drais nel 1817 l'inventore accreditato del primo veicolo a due ruote. Dal suo nome venne chiamata Draisine o Draisina.

Quali tipi di bicicletta furono inventati?

Nel 1817 Karl von Drais creò la Draisina spinta con i piedi. Nel 1839 MacMillan aggiunse i pedali. Nel 1861 Pierre Michaux produsse "Michauline" con l'intero telaio in ferro. Nel 1875 vennero aggiunti i raggi e tutta la bicicletta venne costruita in ferro, con un'enorme ruota anteriore. Venne detta ragno. Nel 1885 Renold inventò la catena e nel 1890 John Dunlop sviluppò il pneumatico ed ecco nascere la bicicletta moderna.

Come si chiamava la prima bicicletta?

Nel 1790 il francese Comte De Sivrac aggiunse due ruote a un telaio di legno che poteva essere spinto in avanti solo con i piedi a terra. Questa veicolo fu chiamato celerífero ed è considerata da molti la prima bicicletta della storia.
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